Squadra capace di giocare a ritmi vertiginosi oscurando gli avversari, ma che subisce degli improvvisi black-out. Nelle prime quattro partite ha una media-gol subiti pari a 1,95 a gara: Mazzarri deve correre ai ripari
NAPOLI, 24 settembre - Lo strano caso del dottor Jekill e mister Hide (in salsa partenopea) è un romanzone pallonaro che s’è preso un mese delle notti di Mazzarri, assonnato dinnanzi al lettino da psicoterapeuta in cerca d’una verità nascosta e indecifrabile. Il Napoli double face che va a Marassi a dettar legge, in un’ora e mezza di fantacalcio a ritmi vertiginosi è la copia esatta e contraria dello stesso Napoli che con il Bari soffre, resiste e reagisce ma anche del Napoli che con il Chievo s’illude, s’esalta e poi s’inabissa, vittima di se stesso e di un’avversaria che toglie il fiato. L’analisi a tutto campo su una metamorfosi che di razionale ha praticamente nulla è una relazione ancora approssimativa sulle contraddizioni di un modulo che spinge dalla polvere all’altare - e viceversa - quasi in un nano secondo: ma tentando di incollare i cocci di quel che resta d’una serata che trascina dal miele al fiele, a Mazzarri restano in mani una serie di interrogativi irrisolti tra la difesa che subisce tanto, il centrocampo in cui il turn over è limitato e l’attacco che aspetta i gol di Lavezzi. Una terna di casi da risolvere, mentre all’orizzonte s’intravedono il Cesena, la Steaua e la Roma.
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