L'allenatore bianconero: «La vittoria di Udine ci aveva dato la sensazione che i problemi fossero risolti, invece sono ancora lì e bisogna ricominciare da zero»
TORINO, 23 settembre - Gigi Del Neri è la faccia della sconfitta dopo Juve-Palermo. L’atmosfera in casa bianconera è cupa dopo il ko interno coi rosanero (1-3), perché, spiega il tecnico di Aquileia, «la vittoria di Udine ci aveva dato la sensazione che i problemi fossero risolti, invece sono ancora lì e bisogna ricominciare da zero». Sotto accusa è soprattutto la difesa, che, se si esclude la trasferta in Friuli, continua a incassare valanghe di gol.
L'ANALISI - Del Neri, comunque, non se la sente di gettare la croce addosso ai suoi giocatori: «Abbiamo fatto una prestazione volenterosa - dichiara ai microfoni di Sky - ma è un passo indietro per gli errori che abbiamo commesso. Il Palermo ha sfruttato benissimo le occasioni che ha avuto, noi abbiamo sofferto molto in difesa e sfruttato poco le occasioni che abbiamo avuto in attacco sia nel primo sia nel secondo tempo».
I PROBLEMI - Sempre a proposito della difesa, Del Neri sottolinea i problemi. «Quando si sbaglia si sbaglia tutti - prosegue -. Si dà troppo libertà all’attacco avversario. L’atteggiamento deve essere considerato come squadra e non come singoli. Molte prestazioni sono state al di sotto degli ultimi tempi. Più attenzione e più grinta ci porterebbero a fare qualcosa di più. Pensavamo di avere risolto qualcosina dopo Udine, invece adesso dobbiamo ripartire da zero. Se i problemi che pensavi di avere risolto si ripresentano significa dover ricominciare daccapo. La squadra non ha mancato di impegno, occasioni da gol ne abbiamo create. In questo momento dobbiamo essere più realisti e più concreti. Dobbiamo lavorare, dobbiamo migliorare. Domani andiamo al campo e ricominciamo. Dispiace per i tifosi che ci hanno sostenuto. La squadra deve lavorare, impegnarsi e fare di tutto per risolvere questi problemi che non sono tanto in attacco ma soprattutto in fase difensiva per mancanza attenzione. Il primo gol potevamo evitarlo, avevamo visto che giocavano sull’uno-due. I gol si possono subire, come il tiro sporco di Ilicic e la punizione di Bovo, ma i gol che si possono evitare si devono evitare. Più che il risultato conta il contraccolpo psicologico».
CAMBI - A proposito dei cambi nella ripresa (Amauri e Iaquinta per Pepe e Quagliarella, poi Aquilani per Del Piero), il tecnico di Aquileia li spiega così: «Sullo 0-2 mi sembrava che il capitano potesse anche uscire dopo cinque partite di fila . Anzi, non doveva nemmeno giocare per un problema fisico. Perché i cambi? Dovevamo recuperare, si prova a fare delle cose. Abbiamo provato a mettere più forza fisica. Se poi le cose vanno bene sei bravissimo, altrimenti no. Siamo andati un po’ indietro dal punto di vista dell’attenzione. In questo momento qui dobbiamo lavorarci sopra, leccarci le ferite e pensare a domenica che c’è un’altra partita importante. Pepe terzino destro? Si può fare, può anche starci in futuro, può essere una situazione che può capitare».
MAROTTA - Il dg bianconero Marotta ringrazia i tifosi per aver sostenuto la squadra fino all'ultimo. «Devo dare atto ai tifosi per questa dimostrazione di maturità e di attaccamento ai giocatori - afferma a Sky -. Quando si perde il merito di chi vince è superiore al demerito di chi perde, ma siamo in fase di rodaggio. I meccanismi non sono oliati, ma c’è stato grande spirito da parte della Juve. Poi l’episodio del rigore (su Del Piero, ndr) poteva cambiare la partita. Non lo dico come scusante ma come dato di cronaca». Marotta nega poi che la Juve abbia problemi strutturali. «Dico che noi abbiamo dei buoni giocatori - dichiara -. Hanno grande forza, ma non è sufficiente: ci vuole più qualità. Ma quest'anno abbiamo compiuto un grande rinnovamento a partire dall’allenatore. Domenica abbiamo fatto quattro gol, oggi ne abbiamo presi tre come nelle giornate precedenti. Questo dimostra che la squadra deve trovare equilibrio e la mancanza di equilibrio è la prima ragione del ko di stasera».
AMBIZIONI JUVE - Quanto alle ambizioni della Juve dopo questa sconfitta, il dg è abbastanza dimesso: «Dobbiamo avere un sano realismo - afferma -. Abbiamo concesso troppo agli avversari, non siamo stati cinici come a Udine e ci è mancato quel pizzico di fortuna che nel calcio è importante. Ma non sono scusanti che accampiamo. Q Questa sconfitta deve servire a Del Neri per fare un’analisi ampia e per eliminare prima di tutto gli errori in fase difensiva. Il gol in questo periodo lo abbiamo trovato. La mia preoccupazione è più sui gol che subiamo che su quelli che facciamo».
CLASSIFICA - L'Inter intanto è già in fuga, e la Juve in quattro gare ha raccolto solo quattro punti. «È poco per il blasone della Juve, ma è una classifica realistica se si considera quale è stato il nostro rinnovamento. Questo è un campionato un po' particolare: al di là dell'Inter che ha una squadra con elementi che da diversi anni insieme giocano insieme con facilità e grande agonismo, tutte le altre squadre evidenziano difficoltà di domenica in domenica. Vorrei poi sottolineare che abbiamo due difensori esterni indisponibili come De Ceglie e Traore e che avanti solo oggi abbiamo recuperato Iaquinta e Amauri. Del Neri non ha potuto lavorare su tutta la squadra. Siamo in fase di rodaggio in generale e poi soffriamo particolarmente in alcune zone del campo perché abbiamo avuto degli infortuni».
L'ANALISI - Del Neri, comunque, non se la sente di gettare la croce addosso ai suoi giocatori: «Abbiamo fatto una prestazione volenterosa - dichiara ai microfoni di Sky - ma è un passo indietro per gli errori che abbiamo commesso. Il Palermo ha sfruttato benissimo le occasioni che ha avuto, noi abbiamo sofferto molto in difesa e sfruttato poco le occasioni che abbiamo avuto in attacco sia nel primo sia nel secondo tempo».
I PROBLEMI - Sempre a proposito della difesa, Del Neri sottolinea i problemi. «Quando si sbaglia si sbaglia tutti - prosegue -. Si dà troppo libertà all’attacco avversario. L’atteggiamento deve essere considerato come squadra e non come singoli. Molte prestazioni sono state al di sotto degli ultimi tempi. Più attenzione e più grinta ci porterebbero a fare qualcosa di più. Pensavamo di avere risolto qualcosina dopo Udine, invece adesso dobbiamo ripartire da zero. Se i problemi che pensavi di avere risolto si ripresentano significa dover ricominciare daccapo. La squadra non ha mancato di impegno, occasioni da gol ne abbiamo create. In questo momento dobbiamo essere più realisti e più concreti. Dobbiamo lavorare, dobbiamo migliorare. Domani andiamo al campo e ricominciamo. Dispiace per i tifosi che ci hanno sostenuto. La squadra deve lavorare, impegnarsi e fare di tutto per risolvere questi problemi che non sono tanto in attacco ma soprattutto in fase difensiva per mancanza attenzione. Il primo gol potevamo evitarlo, avevamo visto che giocavano sull’uno-due. I gol si possono subire, come il tiro sporco di Ilicic e la punizione di Bovo, ma i gol che si possono evitare si devono evitare. Più che il risultato conta il contraccolpo psicologico».
CAMBI - A proposito dei cambi nella ripresa (Amauri e Iaquinta per Pepe e Quagliarella, poi Aquilani per Del Piero), il tecnico di Aquileia li spiega così: «Sullo 0-2 mi sembrava che il capitano potesse anche uscire dopo cinque partite di fila . Anzi, non doveva nemmeno giocare per un problema fisico. Perché i cambi? Dovevamo recuperare, si prova a fare delle cose. Abbiamo provato a mettere più forza fisica. Se poi le cose vanno bene sei bravissimo, altrimenti no. Siamo andati un po’ indietro dal punto di vista dell’attenzione. In questo momento qui dobbiamo lavorarci sopra, leccarci le ferite e pensare a domenica che c’è un’altra partita importante. Pepe terzino destro? Si può fare, può anche starci in futuro, può essere una situazione che può capitare».
MAROTTA - Il dg bianconero Marotta ringrazia i tifosi per aver sostenuto la squadra fino all'ultimo. «Devo dare atto ai tifosi per questa dimostrazione di maturità e di attaccamento ai giocatori - afferma a Sky -. Quando si perde il merito di chi vince è superiore al demerito di chi perde, ma siamo in fase di rodaggio. I meccanismi non sono oliati, ma c’è stato grande spirito da parte della Juve. Poi l’episodio del rigore (su Del Piero, ndr) poteva cambiare la partita. Non lo dico come scusante ma come dato di cronaca». Marotta nega poi che la Juve abbia problemi strutturali. «Dico che noi abbiamo dei buoni giocatori - dichiara -. Hanno grande forza, ma non è sufficiente: ci vuole più qualità. Ma quest'anno abbiamo compiuto un grande rinnovamento a partire dall’allenatore. Domenica abbiamo fatto quattro gol, oggi ne abbiamo presi tre come nelle giornate precedenti. Questo dimostra che la squadra deve trovare equilibrio e la mancanza di equilibrio è la prima ragione del ko di stasera».
AMBIZIONI JUVE - Quanto alle ambizioni della Juve dopo questa sconfitta, il dg è abbastanza dimesso: «Dobbiamo avere un sano realismo - afferma -. Abbiamo concesso troppo agli avversari, non siamo stati cinici come a Udine e ci è mancato quel pizzico di fortuna che nel calcio è importante. Ma non sono scusanti che accampiamo. Q Questa sconfitta deve servire a Del Neri per fare un’analisi ampia e per eliminare prima di tutto gli errori in fase difensiva. Il gol in questo periodo lo abbiamo trovato. La mia preoccupazione è più sui gol che subiamo che su quelli che facciamo».
CLASSIFICA - L'Inter intanto è già in fuga, e la Juve in quattro gare ha raccolto solo quattro punti. «È poco per il blasone della Juve, ma è una classifica realistica se si considera quale è stato il nostro rinnovamento. Questo è un campionato un po' particolare: al di là dell'Inter che ha una squadra con elementi che da diversi anni insieme giocano insieme con facilità e grande agonismo, tutte le altre squadre evidenziano difficoltà di domenica in domenica. Vorrei poi sottolineare che abbiamo due difensori esterni indisponibili come De Ceglie e Traore e che avanti solo oggi abbiamo recuperato Iaquinta e Amauri. Del Neri non ha potuto lavorare su tutta la squadra. Siamo in fase di rodaggio in generale e poi soffriamo particolarmente in alcune zone del campo perché abbiamo avuto degli infortuni».
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